mercoledì 12 gennaio 2011

Design

Con il termine Design si possono intendere diversi significati:

- Progettazione
- Disegno industriale
- Automotive design
- Character design
- Design pattern
- Mecha design
- Web design
- Design della moda
- Design degli interni
- Design sostenibile
- Food design
- Design della comunicazione
- Lighting design
Il termine design è anche usato per definire il profilo estetico di un prodotto, spesso quindi sta a definire la corrente artistica applicata all'oggetto di produzione industriale. Sempre più spesso il termine design viene utilizzato erroneamente per definire solo l'estetica di un prodotto e quindi strettamente legata alla parte esterna del prodotto, alla sola "carrozzeria". Il design, invece, ha un significato molto più ampio: comprende anche il rapporto tra il prodotto e il suo utilizzatore e l'intero studio per il suo processo costruttivo.
Il design di un prodotto è quindi il risultato dell'analisi di tutte le caratteristiche progettuali che definiscono il prodotto stesso. Un oggetto di design, quindi, racchiude in se un elevato insieme di qualità come l'ergonomia, l'usabilità, la semplicità costruttiva, la sostenibilità ambientale, impatto ambientale, estetica, etc.

Design sostenibile

Il design sostenibile (chiamato anche eco design o design ecologico) è un concetto che caratterizza la progettazione di un prodotto o di un sistema sociale o economico nel rispetto dell’ambiente in cui viviamo. Il design sostenibile è il risultato di un processo integrato tra design, architettura e urbanistica. Dalla progettazione di piccoli oggetti di utilizzo quotidiano alla realizzazioni di aree urbane, il design sostenibile trova appllicazioni in numerosi settori: architettura, architettura del paesaggio, design urbano, progettazione urbanistica, ingegneria, graphic design, industrial design, interior design e fashion design.
I principi generali che caratterizzano questo concetto sono:

- Materiali sostenibili: materiali non tossici, riciclati o riciclabili, realizzati
secondo processi produttivi che utilizzano energie alternative;
- Risparmio energetico: utilizzo di processi produttivi o prodotti che consumano
meno energia;
- Qualità e durabilità: una maggiore resistenza all’usura ed un funzionamento
ottimale garantisce una riduzione dell’impatto dei rifiuti prodotti;
- Design e riciclo: un progetto che prevede un secondo utilizzo per l’oggetto
prodotto sia come materiale sia come funzione;
Pawel Grunter, il designer polacco autore di questo oggetto di eco design, ha realizzato una struttura metallica dalla linea organica che si poggia a terra su due delle sue curve ed è sorretta da cavi d’acciaio rettilinei. E’ nella struttura della sedia, tra i fori formati dai triangoli, che trovano spazio le bottiglie, con il tappo rivolto verso il basso, da incastrare nell’intelaiatura metallica.
Scott Jarvey ha progettato una poltrona completamente realizzata con cannucce, diecimila esattamente, un’opera d’arte sorprendente di design di materiale di recupero.

ECO MODA!!!

Ormai se ne parla spesso. Più è sostenibile e meglio è, perché essere alla moda piace, ma esserlo nel rispetto dell’ambiente piace di più. Ecco allora che le proposte di eco-design si moltiplicano, aumentando come la loro richiesta. L’ecosostenibilità è bella anche da indossare ed è per questo che nasce FLOW, un anello realizzato con materiale riciclato, realizzato da Linda Schailon, designer partenopea. La particolarità di Flow sta invece nel materiale. Si tratta di cannucce tagliate, arrotolate e assemblate per creare anelli coloratissimi e allegri. Colori, forme e numero di pezzi personalizzabili a seconda delle esigenze e delle occasioni. Anche la dimensione può essere regolata come ci pare perché l’anello è realizzato con il soffietto della cannuccia e quindi può essere stretto o allargato.
Anche il designer Hugh Hayden, ha interpretato l’eco-design in termini di riciclo, ma l’ha fatto in un modo davvero curioso: riciclando palline da tennis!
Una poltrona realizzata interamente da palline da tennis (297 in totale) è l’ultima novità dell’eco-design. Dal colore sgargiante ed allegro, una volta usate e pronte per essere gettate via, le palline da tennis, un po’ più morbide per via dell’utilizzo, si assemblano per diventare una comoda poltrona.
La Finca Güell, lo spettacolare edificio che Antonio Gaudi ideò per il ricco imprenditore e mecenate come ricovero di cavalli e carrozze
La Finca Güell sull’Avinguda de Pedralbes.

Come in tutte le opere di Gaudì anche nella Finca Güell si scorgono numerosi riferimenti simbolici. Tuttavia né Gaudí, né Güell o i loro discendenti hanno mai spiegato il simbolismo contenuto nei giardini e negli edifici di questa tenuta.

Casa Batlló (in catalano [bəʎ'ʎo, bəd'ʎo]) è un'opera dell'architetto catalano Antoni Gaudí che sorge a Barcellona, in Spagna, al civico 43 del Passeig de Gràcia.


Maniglia di una finestra
Lampadario del salone principale

In attesa della nuova programmazione del museo capitolino, l’ennesima rassegna promotrice della creatività italiana. Attraverso il design e l’arte italiana degli ultimi cinquant’anni. Per legittimare ancora i miti e gli stereotipi più collaudati...

Pubblicato venerdì 13 marzo 2009
In attesa dell’arrivo di Luca Massimo Barbero alla direzione del Macro e della conseguente programmazione per il museo capitolino, giunge a Roma - dopo le tappe di Hanoi, Singapore, Seoul, Tokio, Taipei e New Delhi - la mostra Italian Genius Now, rassegna promotrice la creatività italiana, prodotta dal Pecci di Prato e realizzata in collaborazione col Ministero degli Affari Esteri.
Una mostra destinata al grande pubblico, con la quale si pretende di diffondere e legittimare per l’ennesima volta il made in Italy e, in particolar modo, il design e l’arte italiana degli ultimi cinquant’anni. In quest’occasione, la mancanza di criteri filologici o storici nel percorso e di un vero filo conduttore tra i lavori esposti provoca un palese disorientamento, ma anche una sorta di gioco da intrattenimento, alla ricerca - negli ampi spazi dell’ex-mattatoio - delle idee che hanno segnato l’immagine italiana proiettata all’estero.
Così, per citare soltanto alcuni esempi, il visitatore potrà trovare dalla Vespa GS 150, realizzata nel 1955 da Corradino D'Ascanio, alle scarpe di Salvatore Ferragamo, dalle ceramiche di Aldo Londi a Michael Schumacher esultante nel lavoro specchiante di Michelangelo Pistoletto, dall’eccezionale installazione La spirale appare di Mario Merz a Senza titolo di Enzo Cucchi (le due novità rispetto alle precedenti tappe della mostra) e agli oggetti d’uso comune e quotidiano nella versione fumettista di Stefano Giovannoni.

Si punta certamente sulla spettacolarità di nomi, materiali, dimensioni o riconoscibilità internazionale, ma anche e soprattutto sul pragmatismo, riconvalidando proposte fin troppo consolidate. Un conservatorismo lontano da qualsiasi rischio propositivo, che all’estero può ancora provocare stupore e ammirazione per il genio italiano, ma che proprio in Italia risulta eccessivamente tradizionalista.
Risultando interessante, tuttavia, osservare le migrazioni e le influenze tra i diversi campi, ci si deve chiedere se ha veramente senso continuare a proporre e a investire su modelli espositivi completamente obsoleti, soprattutto perché non è l’unica rassegna italiana di questo genere in giro per il mondo. Si tratta di un modello adatto forse per esposizioni universali o rassegne di più ampio spettro, ma scevro di novità concettuali e, infine, ripetitivo.

In una situazione globale di profonda crisi economica non si può pretendere di risorgere e riprendersi legittimando i soliti miti nazionali e gli stereotipi più collaudati. Al contrario, si dovrebbero cercare fra le rovine quegli spunti di qualità, d’innovazione e di “nuovo genio” che possono rimediare le necessarie risorse e potenziare nuove pianificazioni culturali. Per non affondare definitivamente.